venerdì 30 agosto 2013

Perché l'ipocondria crea malati immaginari

La paura irrazionale di essere affetti da una patologia grave colpisce soprattutto persone istruite, donne e anziani.

La paura esagerata di essere malato gioca brutti scherzi. In realtà stai benone, dal punto di vista organico, ma avverti un malessere fisico.
Non hai nulla, ma commetti un errore: consideri una sensazione dolorosa, che è reale, come sintomo di una malattia, che in realtà non hai.

Un esempio? Hai male al braccio e pensi di avere l'infarto.
Il tuo cuore non potrebbe stare meglio ma percepisci che qualcosa dentro di te non va.

Non sai dargli un nome, allora scatta una modalità difensiva inconsapevole: meglio avere da combattere un nemico potenzialmente temibile, ma che nell'intimo si sa inesistente, piuttosto che affrontare un problema più piccolo ma reale che, in quanto tale, spaventa.

Così ti convinci di avere una malattia organica, dimenticando di non avere alcuna competenza per porti autodiagnosi.
«Le persone colte e abituate a ragionare possono avere più facilmente questa malattia nevrotica, comune al 2-3% degli italiani e più frequente nelle donne e negli anziani», spiega Alberto Vito, psicologo, responsabile del servizio di psicologia dell'ospedale Cotugno di Napoli.«Può darsi che recentemente un familiare sia morto o sia stata colpito da una grave malattia. Da allora utilizzano informazioni razionali (ad esempio: i test possono sbagliare, due medici hanno dato due risposte leggermente diverse, ecc.) per avvalorare la loro ipotesi falsa, cioè quella di essere essi stessi affetti da una patologia simile».

Si sottopongono di frequente ad analisi e visite mediche, ricevendo una rassicurazione solo momentanea quando viene negata l'esistenza della patologia temuta.

Tuttavia, rapidamente il circolo dell'ansia si riattiva ed hanno bisogno di ricevere ulteriori conferme, che li tranquillizzano per poco tempo.

Perché l'ipocondria crea malati immaginari

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