Se un bambino o un ragazzo lamenta continuamente mal di testa, non bisogna perdere tempo. L'abuso di antidolorifici può essere dannoso: meglio rivolgersi subito al medico.

«In caso di cefalee ricorrenti la prima cosa da fare – sottolinea Massimiliano Valeriani, responsabile del Centro Cefalee del Bambino Gesù - è rivolgersi al pediatra di famiglia per provare a capire se il mal di testa è espressione di emicrania (è così nel 60% dei casi), o sintomo di altre malattie come le infezioni delle vie aeree o di patologie cerebrali potenzialmente serie. Il secondo passo è contattare un centro specializzato».
Il mal di testa richiede l'intervento di diversi specialisti, dal neuro-pediatra allo psicologo esperto in cefalee. Il trattamento dell’emicrania e dei suoi sintomi (il vomito, la nausea, il fastidio per la luce, per i rumori o per gli odori) può essere sia di tipo farmacologico che non farmacologico.
Intanto aumentano i casi di abuso (più di 15 dosi al mese) di antidolorifici tra gli adolescenti che soffrono di mal di testa cronico quotidiano. «Questo trend in crescita - spiega Massimiliano Valeriani – è dovuto a unutilizzo improprio dell’antidolorifico, favorito anche dalla tendenza delle famiglie all’autoprescrizione e all’autogestione dei farmaci».
L’abuso di antidolorifici non solo porta alla cronicizzazione della cefalea, ma ha ricadute negative sulla vita dei ragazzi. Un mal di testa ripetuto giorno dopo giorno è invalidante e tra i più giovani si può tradurre nella perdita di molti giorni di scuola se non dell’intero anno scolastico. «Sarà il pediatra o lo specialista a dare delle indicazioni precise sugli antidolorifici da usare - aggiunge Valeriani -. Se poi la frequenza degli attacchi diventa troppo elevata, esistono numerosi farmaci che, agendo sulle cause di questa malattia, possono migliorare la situazione».
Durante l’esame clinico è fondamentale l’analisi del fondo oculare per rilevare l’aumento della pressione intracranica, sentinella dell’eventuale presenza di patologie gravi come le encefalopatie o alcuni tipi di tumore.
Importante anche la valutazione dello psicologo: la componente di tipo psicologico svolge, infatti, un ruolo significativo nella manifestazione delle cefalee e rappresenta un fattore potenzialmente aggravante per l’emicrania. Ne sono esempio i bambini emicranici che lamentano numerosi mal di testa durante il periodo scolastico e che migliorano durante le vacanze.
Infine, quando a soffrire di mal di testa è un bambino piccolissimo, al di sotto dell’anno di età, non avendo ancora altri strumenti per esprimersi, il dolore si manifesta con pianti e capricci. Si tratta di segnali che non devono essere ignorati perché potrebbero essere indice di emicrania, soprattutto tra i bambini che hanno almeno un genitore che ne è affetto.#EK
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