Introduzione
La tiroidite è un’infiammazione della tiroide. La tiroide può far male ed essere gonfia se la tiroidite è causata da un’infezione o da un trauma, oppure non fare male se l’infiammazione è causata da un disturbo autoimmune o dai farmaci.
Esistono diversi tipi di tiroidite, le forme più diffuse sono:
- Tiroidite di Hashimoto,
- Tiroidite granulomatosa subacuta,
- Tiroidite postpartum,
- Tiroidite linfocitica subacuta,
- Tiroidite indotta dai farmaci.
La maggior parte delle forme attraversa 3 fasi:
- prima la tiroide è iperattiva (ipertiroidismo),
- poi diventa meno attiva del normale (ipotiroidismo)
- e infine ritorna alla normalità.
Quando la tiroide è infiammata, spesso rilascia un eccesso di ormone tiroideo, causando l’ipertiroidismo. Poi, quando non c’è più ormone tiroideo da rilasciare, l’organismo non ne ha più abbastanza, e quindi si ha l’ipotiroidismo.
Le donne giovani e di mezza età sono la fascia di popolazione più a rischio, tuttavia alcune forme colpiscono sia gli uomini sia le donne di qualsiasi età. In alcuni casi l’ipotiroidismo può iniziare anche a distanza di anni dalla comparsa della malattia, anche se la tiroidite è stata curata.
La forma di tiroidite più comune è quella di Hashimoto, cui si rimanda per ulteriori approfondimenti.
Cause
Tra le possibili cause della tiroidite possono esserci:
- Problemi del sistema immunitario (tiroidite autoimmune),
- Virus,
- Disturbi che causano la febbre,
- Alcuni farmaci, come l’amiodarone, l’alfa-interferone, l’interleuchina-2 o il litio.
In alcuni casi la tiroidite può comparire se si soffre del morbo di Basedow-Graves, una malattia autoimmune che causa l’ipertiroidismo.
Le gestanti positive al test degli anticorpi tiroidei nel primo trimestre hanno una percentuale di rischio variabile tra il 30 e il 50% di sviluppare la tiroidite dopo il parto.
Anche l’eccesso di iodio può contribuire ai disturbi tiroidei.
In alcuni casi la causa della tiroidite rimane sconosciuta.
Fattori di rischio
- La maggior parte delle forme di tiroidite sono da tre a cinque volte più diffuse nelle donne che negli uomini.
- L’età media al momento della comparsa della malattia di norma è compresa tra i 30 e i 50 anni.
- Questa malattia tende ad essere connotata geograficamente e ad essere stagionale, infatti tende a colpire in estate e autunno.
Sintomi
A seconda del tipo di tiroidite, la tiroide può essere:
- Gonfia e dura al tatto, ma non dolorante,
- Gonfia e dolorante, con il dolore che si irradia alla mandibola o alle orecchie,
- Gonfia, ma non dolorante,
- Gonfia da un solo lato e molto dura, tanto da premere sulle altre strutture del collo.
Si possono inoltre avere questi sintomi:
- Pelle fredda e secca,
- Frequenza cardiaca rallentata (inferiore ai 60 battiti al minuto),
- Occhiaie gonfie e pronunciate,
- Raucedine,
- Rallentamento dei riflessi,
- Appetito scarso o nullo,
- Stanchezza e mancanza di energie,
- Febbre lieve,
- Costipazione,
- Intolleranza al caldo,
- Battito del cuore accelerato, leggero nervosismo, ansia e aumento della sudorazione,
- Perdita di peso, da 2 a 5 chili circa.
In alcuni casi la tiroidite, in particolare quella postpartum, può essere asintomatica.
Diagnosi
Il modo più diffuso e utile per diagnosticare la tiroidite è la palpazione della tiroide durante la visita. Gli esami di laboratorio permettono ai medici di valutare se la VES (velocità di eritrosedimentazione) e la tireoglobulina sono alte, e se ci sono problemi nella captazione dello iodio radioattivo.
Gli esami del sangue aiutano anche a capire qual è la forma di tiroidite che colpisce il paziente, quanto ormone tireostimolante viene prodotto dall’ipofisi e quali anticorpi sono presenti nell’organismo.
In alcuni casi può essere necessaria una biopsia per capire meglio qual è la causa del problema alla tiroide.
Cura e terapia
La tiroidite di norma si sviluppa in tre fasi distinte:
- prima la tiroide è iperattiva,
- poi diventa ipoattiva
- e poi ritorna alla normalità.
La terapia dipende dal tipo di tiroidite e dalla fase in cui si trova il disturbo.
Terapie farmacologiche
A seconda del tipo di tiroidite, il medico può prescrivere una o più delle terapie seguenti:
- Levotiroxina, per l’ipotiroidismo o per il gozzo molto pronunciato
- Antidolorifici e antinfiammatori
- Corticosteroidi, come il prednisone o il dexametasone, per diminuire l’infiammazione nei casi più gravi
- Propranololo, per l’ipertiroidismo
- Betabloccanti (terapia breve) per i sintomi dell’ipertiroidismo
- Antibiotici
Chirurgia e altri tipi di intervento
In rari casi, la rimozione parziale della tiroide può alleviare la pressione sulle altre strutture del collo.
Terapie complementari e alternative
Le terapie alternative possono essere utili insieme ai farmaci prescritti dal medico.
Non usate le terapie alternative come unica terapia per la tiroidite, ricordatevi di comunicare al medico tutte le terapie alternative che state seguendo o che pensate di poter seguire, perché alcuni integratori possono interferire con i farmaci tradizionali.
Alimentazione e integratori alimentari
Tra gli alimenti potenzialmente in grado di rallentare e diminuire l’attività della tiroide ricordiamo:
- broccoli,
- cavolo,
- cavoletti di Bruxelles,
- cavolfiore,
- spinaci,
- rape,
- soia,
- senape.
Questi alimenti possono aiutarvi se la tiroide è iperattiva (ipertiroidismo). Se è poco attiva, chiedete al medico se è meglio evitare questi alimenti. Con la cottura si attenuano, almeno in parte, gli effetti depressivi sulla tiroide. Fate attenzione perché chi soffre di tiroidite può passare dall’ipertiroidismo all’ipotiroidismo nel giro di pochissimo tempo.
Evitate gli alimenti raffinati, lo zucchero, i prodotti a base di latte, le farine, la caffeina e l’alcool.
Gli acidi grassi essenziali, che si trovano nell’olio di semi di lino, nell’olio di pesce e nell’olio di borragine sono antinfiammatori naturali. Possono far aumentare il rischio di sanguinamento, in particolare con la contemporanea assunzione di anticoagulanti come il warfarin (Coumadin), il clopidogrel (Plavix) o l’aspirina.
La bromelina, un enzima che si trova nella pianta dell’ananas, può far diminuire l’infiammazione. Spesso è combinato con la curcumina, che ne potenzia l’effetto. Sia la bromelina sia la curcumina possono far aumentare il rischio di sanguinamento, in particolare con la contemporanea assunzione di anticoagulanti.
La vitamina C, la vitamina A, le vitamine del gruppo B, come la B2 (riboflavina), la B3 (niacina) e la B6 (piridossina), il selenio e lo zinco sono necessari per una normale produzione di ormone tiroideo.
La vitamina D è importante per proteggersi dalla tiroidite. Alcune ricerche indicano che una carenza di vitamina D fa aumentare il rischio di soffrire di tiroidite. Parlatene con il vostro medico.
La L-carnitina può essere utile per curare l’ipertiroidismo causato dall’assunzione di ormone tiroideo per la cura del gozzo benigno. Quando si assume l’ormone tiroideo per il gozzo spesso il dosaggio dell’ormone risulta leggermente alto, e si ottiene un lieve ipertiroidismo. Una ricerca ha scoperto che tra le donne che assumono l’ormone tiroideo per il gozzo benigno, l’assunzione di L-carnitina fa diminuire i sintomi, come le palpitazioni e il nervosismo. I ricercatori ritengono che la L-carnitina possa impedire all’ormone tiroideo di raggiungere le cellule. La L-carnitina può far aumentare il rischio di sanguinamento, in particolare con la contemporanea assunzione di anticoagulanti.
Se assumete dei farmaci che contengono l’ormone tiroideo, chiedete al vostro medico se potete mangiare la soia. Alcune ricerche sembrerebbero indicare che la soia inibisce l’assorbimento dell’ormone tiroideo.
Anche il ferro può interferire con l’assorbimento dei farmaci contenenti l’ormone tiroideo.
Il selenio potrebbe essere utile per la prevenzione della tiroidite. Chiedete consiglio al vostro medico.
Fonti Principale:
(traduzione ed integrazione a cura di Elisa Bruno)
L'articolo Tiroidite: sintomi, cause e cura è stato inizialmente pubblicato su Farmaco e Cura.
Fonte: http://www.farmacoecura.it/malattie/tiroidite-sintomi-cause-e-cura/
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