venerdì 14 ottobre 2016

Se il Sistema Immunitario Controllasse i Nostri Comportamenti?

La storia della scoperta del sistema immunitario è abbastanza recente. La funzione principale che gli è stata attribuita è quella di difendere l’organismo da patogeni estranei. Ultimamente però molte ricerche mostrano come le cellule dell’immunità non hanno come unica funzione quella di proteggere, ma anche molte altre funzioni, come la distruzione delle cellule tumorali (nuove procedure mediche prevedono appunto l’utilizzo di cellule immunitarie dell’ospite istruite per distruggere uno specifico tumore). Importante è il suo ruolo in molte patologie, come l’artrite reumatoide, le allergie.

Questo nuovo studio porta alla luce un’altra possibile funzione del sistema immunitario, quello del controllo sui nostri comportamenti sociali verso gli altri individui.

Una nuova scoperta anatomica

Si è sempre pensato che non ci fosse nessuna relazione tra il cervello ed il sistema linfatico (sistema circolatorio parallelo a quello sanguigno, in cui la linfa, cioè proteine, lipidi e altri liquidi, vengono filtrati e controllati dalle cellule immunitarie). Infatti il sistema immunitario e cervello venivano considerati isolati, ed ogni attività dell’immunità nell’encefalo era giudicata come patologica. Tutto questo è cambiato nel 2015, quando un team di ricercatori ha scoperto che esistono dei vasi meningei che connettono il linfatico all’encefalo.

La molecola che influenza la nostra socialità

Il team di ricercatori dell’ University of Virginia School of Medicine, ha osservato che gli esemplari di topi senza proteina immunitaria Interferone-gamma (INF-γ), mostravano dei comportamenti anti-sociali, cioè entravano meno in contatto con gli altri topi, si mantenevano più isolati e studiavano per molto più tempo i nuovi topi che venivano inseriti nell’ambiente. Nessun deficit motorio o aumento di comportamenti legati all’ansia è stato evidenziato. Ogni qual volta a questi topi veniva reinserita la molecola INF-γ, questi comportamenti anti-sociali svanivano ed i topi ritornavano alle loro normali abitudini sociali.

I topi con deficit di INF-γ evidenziavano una iper-connettività cerebrale in special modo nelle regioni fronto-corticale e insulare.  Da evidenziare il fatto che queste iper-connettività sono caratteristiche comuni dell’autismo e si ritrovano nei bambini affetti da disordini dello spettro autistico. La regione fronto-corticale ha tra le varie funzioni quella della percezione di sè e della personalità. La regione insulare si occupa di condizionare le esperienze interpersonali.

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Il ruolo evolutivo

L’INF-γ è una molecola che viene prodotta dalle cellule del sistema immunitario, in particolare dalle cellule T durante le infezioni da patogeni. E’ importante per l’attivazione dei macrofagi e quindi delle difese dell’immunità innata, cioè l’immunità generica non specifica. Gli anticorpi, ad esempio, fanno parte dell’immunità specifica, poiché ogni anticorpo è specifico per un solo tipo di patogeno.

I ricercatori hanno anche teorizzato quale possa essere il ruolo evolutivo che lega l’INF-γ, cioè una molecola dell’immunità, alla modificazione di comportamenti legati alla socialità.

Attraverso l’indagine del comportamento dei topi, pesci zebra e moscerini della frutta, si è visto che in tutti i casi di socialità tra individui vi era un incremento della concentrazione di INF-γ anche in assenza di infezione. Si pensa che questo sia dovuto al fatto che un incremento della socialità e quindi una crescita del contatto tra individui, porti anche ad un aumento della possibile diffusione di patogeni. Quindi, è come se il sistema immunitario si preparasse alla possibile diffusione di patogeni quando si viene a contatto con altri individui, perciò è un meccanismo di difesa. Quando la concentrazione di INF-γ diminuisce questa fa automaticamente diminuire il contatto con gli altri individui, per prevenire un possibile contagio.

Importanza Clinica

Da qualche anno gli scienziati hanno capito che esiste una qualche correlazione tra disfunzione immunitaria e disturbi neurologici, come i disordini dello spettro autistico e la schizofrenia, ma non sono mai riusciti a capire il meccanismo di questo collegamento.

Attraverso questa ricerca, si è visto come INF-γ vada a modificare le connettività in regioni cerebrali legate alla socialità. I ricercatori, quindi, affermano che INF-γ ha un profondo ruolo nel mantenimento delle funzioni sociali.

Ovviamente è una prima ricerca effettuata sui topi e quindi molte altri approfondimenti sono necessari per capire come il nostro sistema immunitario ed i patogeni interagiscono tra loro e vanno a modificare i nostri comportamenti. Ma un ulteriore approfondimento potrebbe portare alla possibile scoperta di nuovi trattamenti contro i disturbi sociali.

E’ affascinante capire ed indagare sempre più a fondo, come il nostro sistema immunitario non abbia solo il ruolo di protezione nei confronti di patogeni esterni ma moltissime altre funzioni. La domanda che possiamo porci è “può il sistema immunitario condizionare anche lo sviluppo e la funzione del nostro cervello?”. Sicuramente lo studio dell’immunità rimarrà uno dei temi della medicina da approfondire sempre di più, infatti il suo utilizzo sta avendo un ruolo sempre più importante in campo clinico.

Fonti | Articolo originale, Articolo Nature

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Fonte: http://lamedicinainunoscatto.it/2016/09/se-sistema-immunitario-controllasse-nostri-comportamenti/

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