
Qual'è il metodo migliore per ridare un aspetto giovane alla pelle del viso e mandare indietro le lancette dell'orologio?
Bisogna però tenere presente che è un’operazione chirurgica in tutto e per tutto con una convalescenza post operatoria.
Se non si ha la possibilità di restare a casa o si è disposti ad andare dal chirurgo plastico una o due volte l’anno, allora anche le cosiddette soluzioni mini-invasive possono andare bene, botulino in primis.
Se si decide di voler avere un aspetto più giovane, per capire quale strada intraprendere di fronte al bivio tra chirurgia e medicina estetica, è bene porsi, e porre al proprio chirurgo plastico, alcune domande.
Lo suggeriscono gli esperti dell’Aicpe, l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, secondo i quali il primo punto da chiarire è proprio relativo a quali risultati si desiderano ottenere, come spiegato dal presidente dell’associazione Giovanni Botti.
Oggi tutte le tecniche, chirurgiche e non, promettono risultati naturali e non artificiali.
Attenzione però, perché anche le scoperte sull’invecchiamento stanno facendo passi avanti: anni fa si credeva che per spianare le rughe fosse necessario “tirare” i tessuti; in un secondo momento si è capito che era necessario anche “riempire” le zone svuotate dall’invecchiamento.
Oggi le nuove scoperte hanno evidenziato che più gonfi non significa più giovani: bisogna anche riposizionare i tessuti a livello profondo, per ottenere risultati più naturali.
E questo è possibile solo con il lifting.
La seconda domanda da porsi è quanto tempo deve durare il risultato, perché se si desidera un effetto che resti per molti anni il bisturi è l’unica scelta.
Altra domanda è quanto tempo si è disposti a dedicare alla convalescenza, perché dopo un’operazione chirurgica è necessario programmare un periodo diassenza dal lavoro.
Il costo è un altro degli aspetti con cui fare i conti, visto che un intervento dichirurgia plastica ha ovviamente prezzi più alti rispetto a quelli della medicina estetica.
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Lifting o botulino? 4 domande da porsi prima di scegliere
Se non si ha la possibilità di restare a casa o si è disposti ad andare dal chirurgo plastico una o due volte l’anno, allora anche le cosiddette soluzioni mini-invasive possono andare bene, botulino in primis.
Se si decide di voler avere un aspetto più giovane, per capire quale strada intraprendere di fronte al bivio tra chirurgia e medicina estetica, è bene porsi, e porre al proprio chirurgo plastico, alcune domande.
Lo suggeriscono gli esperti dell’Aicpe, l’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica, secondo i quali il primo punto da chiarire è proprio relativo a quali risultati si desiderano ottenere, come spiegato dal presidente dell’associazione Giovanni Botti.
Oggi tutte le tecniche, chirurgiche e non, promettono risultati naturali e non artificiali.
Attenzione però, perché anche le scoperte sull’invecchiamento stanno facendo passi avanti: anni fa si credeva che per spianare le rughe fosse necessario “tirare” i tessuti; in un secondo momento si è capito che era necessario anche “riempire” le zone svuotate dall’invecchiamento.
Oggi le nuove scoperte hanno evidenziato che più gonfi non significa più giovani: bisogna anche riposizionare i tessuti a livello profondo, per ottenere risultati più naturali.
E questo è possibile solo con il lifting.
La seconda domanda da porsi è quanto tempo deve durare il risultato, perché se si desidera un effetto che resti per molti anni il bisturi è l’unica scelta.
Altra domanda è quanto tempo si è disposti a dedicare alla convalescenza, perché dopo un’operazione chirurgica è necessario programmare un periodo diassenza dal lavoro.
Il costo è un altro degli aspetti con cui fare i conti, visto che un intervento dichirurgia plastica ha ovviamente prezzi più alti rispetto a quelli della medicina estetica.
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