mercoledì 11 giugno 2014

Gli errori delle donne in amore

“Essere una donna è un compito terribilmente difficile, 
visto che consiste principalmente nell’avere a che fare con uomini”(Joseph Conrad)
L’universo femminile con le sue infinite caratteristiche e sfaccettature ha sempre intrigato e ispirato le menti dei più grandi artisti della storia. Alla donna sono state dedicate le opere più sublimi, più romantiche, più profonde perché la donna nel suo essere, nel suo agire, nel suo pensare ha qualcosa di magico, etereo senza dubbi deliziosamente complicato.
E la donna nei secoli ha assunto le forme di una strega, di una musa, di un’arpia, di una fata, costantemente mutevole nelle sue fattezza ha in ognuna di esse espresso parte di quell’ universo difficile da disegnare in una sola immagine. Così anche cinema, televisione, letteratura hanno raffigurato i volti innumerevoli della donna ora guerriera, ora madre generosa, ora sposa fedele, ora manager incallita, ora avvenente seduttrice.
Volendo addentrarci nei meandri della psicologia femminile rischiamo veramente di perderci tra questa miriade di sentieri che continuamente si incrociano l’un con l’altro nella selva affascinante del femmineo.
In soccorso il libro di Giorgio nardone che, sulla base di oltre venti anni di esperienza clinica, ha descritto  ben diciassette precisi e ridondanti copioni sentimentali tipici delle donne.
Leggendo tra le righe  G. Nardone ci spiega come anche in fatto di relazioni sentimentali le donne siano così brave a  costruirsi degli autoinganni sulla base dei quali leggere la realtà e agire. In poche parole ogni donna all’ interno della personale storia d’amore farebbe riferimento ad un proprio copione ovvero, in termini psicologici, ad un pattern relazionale, ad una modalità di interazione tesa al mantenimento dell’equilibrio del sistema coppia.
Fino a qui nulla di male se non fosse per l’incapacità di abbandonare il copione di riferimento quando non ce ne sia più bisogno, ossia quando la situazione ne richieda uno diverso o, in breve, un cambiamento.  In linea con l’approccio strategico alla realtà, secondo cui strategie di comportamento si costruiscono sulla base della loro efficacia in specifiche circostanze ma finiscono  spesso per irrigidirsi divenendo meccanismi spontanei di risposta anche là dove ne siano  congeniali altri differenti, così questi copioni sentimentali se in un primo momento rispondono in maniera funzionale alle richieste esterne giungono a rendersi talmente spontanei da esplicarsi anche quando le situazioni necessiterebbero di stili relazionali inusuali.
Parlare di copioni ridondanti femminili, sottolinea l’autore, non significa attribuire colpe o responsabilità alla donna, se la coppia scoppia l’obiettivo non è quello di cercare rei colpevoli ma di far leva sull’ elemento più forte, che per le recenti evoluzioni storiche, economiche, sociali, nel nostro mondo occidentale ahimè l’uomo non è più,  per quindi giungere ad una riconciliazione, là dove sia possibile e innescare il cambiamento costruttivo.
Il primo pattern sentimentale descritto nel libro è quello della fata, in breve la donna bella, brava e buona , con tutte le qualità possibili ed immaginabili che però cade in errore dal momento che si relazione sempre  e comunque ad uomini a lei complementari nel senso di diametralmente opposti al suo modo di essere. E’ la donna che si sceglie e si lega a maschi aggressivi, maleducati e spesso anche fedifrago proprio in virtù del suo passare sopra a tutto, di evitare diverbi o litigi e dell’incapacità di sostenere dinamiche conflittuali . Così come nell’ amore anche nelle amicizie la fata trova sempre compagnie poco affidabili che alla fine la tradiscono inevitabilmente forse proprio per il suo essere in ogni momento irriducibilmente così perfetta. La totale inabilità a gestire le cattiverie altrui rimane la caratteristica di questo primo copione.
Allo stile di relazione della fata seguono altri ispirati a quelle fiabe che nell’ immaginario femminile hanno molto condizionato e fortificato illusioni d’amore ed allora scopriamo la donna sempre alla ricerca del principe azzurro che nutrendo grande stima di sé  non si accontenta ricercando il grande cavaliere senza macchia e senza paura per poi cadere delusa di fronte all’ evidenza sino ad accontentarsi o nutrire slanci focosi iniziali alimentati solo dalla sua idealizzazione. Quindi la bella addormentata in attesa perenne di un cavaliere che la risvegli dal sonno profondo, la baciatrice di rospi che continuamente spera di trasformare un brutto animale in un uomo meraviglioso.  Nessuno dei diciassette copioni è patologico in sé , anzi al contrario, inizialmente è un modello funzionale nella dinamica di coppia. La rigidità e l’incapacità di fluttuare da un copione all’ altro in base alle situazioni costituisce, al contrario, un pericolo per la relazione anche se saltare dall’ uno all’ opposto risulterebbe parimenti fallimentare:  gli estremi in fondo si uniscono come le due facce di una stessa medaglia. La soluzione? Basta leggere il libro !#EK

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