domenica 15 giugno 2014

Dimagrire con gli Shirataki

Sapevate che il Giappone è uno dei pochi paesi industrializzati a non avere problemi di obesità?
Secondo uno studio condotto qualche anno fa dai ricercatori dell’Università di Harvard insieme a quelli dell’Imperial College e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pare proprio che il Giappone detenga il primato delle persone più magre. Ma a cosa sarà dovuta tanta fortuna? Alla legge contro l’obesità entrata in vigore qualche anno fa? Forse no, anche perché i nipponici sono sempre stati noti per il loro fisico asciutto e snello. O magari alle loro antiche e moderne tradizioni culinarie che privilegiano alimenti come le alghe, il natto, il pesce, il riso, gli shirataki e le zuppe di miso? Forse sì, anche se le cause andrebbero ricercate pure altrove.


A noi, però, non interessa porre l’accento sulla magrezza dei giapponesi bensì su uno dei loro cibi più tradizionali, stiamo parlando degli shirataki, ovvero i classici spaghetti giapponesi unicamente composti da fibre solubili provenienti dalla radice di una pianta asiatica chiamata Konjac. Questa pianta è ricchissima di glucomannano, una fibra alimentare priva di calorie e dagli effetti benefici che viene spesso utilizzata nei prodotti dimagranti.


 

Gli shirataki e la dieta



La pasta shirataki, oggi piuttosto nota per via della sua presenza nella dieta Dukan, è perfetta per chi vuole dimagrire in quanto è priva di carboidrati, grassi, proteine, glutine e lattosio, ha un bassissimo apporto calorico (solo 10 calorie per 100 gr) e, come già detto, ha un altissimo contenuto di fibre che le conferisce un immediato e prolungato potere saziante. Le fibre solubili, infatti, sciogliendosi solo parzialmente nello stomaco formano un gel che, rallentando lo svuotamento gastrico, produce un senso di sazietà duraturo. Per tutti questi motivi gli shirataki sono quindi ideali non solo per chi vuole dimagrire seguendo una dieta povera di carboidrati, ma anche per chi è allergico o intollerante all’amido di frumento, al glutine e al lattosio.


Se inseriti in una dieta dimagrante, gli shirataki possono essere utilizzati come una valida alternativa alla pasta ma non assolutamente come sostituti dei carboidrati, poiché anche durante un regime dietetico povero di glucidi è indispensabile che il nostro corpo riceva un buon apporto quotidiano di carboidrati in modo da affrontare la giornata con energia, ancor più se si pratica uno sport. Dunque qualora decidiate di sostituire la comune pasta con quella giapponese, assicuratevi di assumere comunque una buona dose di carboidrati, almeno per colazione e pranzo, attraverso il pane integrale o altre fonti di carboidrati complessi.


Per rendere apprezzabili gli shirataki, che ricordiamo sono privi di sapore, si dimostra fondamentale la scelta del condimento che, oltre a renderli più gustosi, incrementa pure la quantità calorica della pietanza. Detto ciò, se non volete rischiare di rendere la pasta eccessivamente calorica, dovrete fare parecchia attenzione alla selezione delle salse e dei condimenti.


Gli effetti benefici



Secondo alcuni studi gli shirataki hanno anche notevoli effetti benefici e salutari. Tra i più importanti citiamo:

- l’abbassamento del glucosio nel sangue, ideale per scongiurare i temuti picchi glicemici. Per questo motivo, la pasta shirataki è perfetta per i diabetici;

- l’accelerazione del metabolismo;

- la riduzione del colesterolo in poche settimane;

- la diminuzione della costipazione e il miglioramento del transito intestinale anche nei bambini e nelle donne in gravidanza;

- la prevenzione di alcune patologie come il cancro al colon.#EK

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