martedì 15 ottobre 2013

La paleo dieta, rischi e benefici dell’alimentazione delle caverne



E' un regime alimentare basato sui vegetali e le carni di animali con cui si presume si alimentassero gli uomini delle caverne, diecimila anni fa.

Alcuni nutrizionisti si sono schierati a favore della dieta paleolitica, sostenendo che il nostro organismo è programmato per alimentarsi con i cibi consumati sin dalla preistoria e dunque reagisce bene a livello genetico e metabolico ai nutrienti noti ai nostri antenati.
La paleo dieta dovrebbe dunque, il condizionale è d’obbligo, ridurre al minimo i fattori di rischio delle malattie croniche degenerative moderne, imputate anche a cibi eccessivamente raffinati.



Ma quali sono i principali benefici della paleo dieta?
Lo spiega la dottoressa Loren Cordain, docente alla Colorado State University, nel libro The Paleo Diet: Test clinici hanno dimostrato che la paleo dieta può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, abbassando la pressione sanguigna e riducendo il livello dei marker biologici dell’infiammazione.

La paleo dieta può essere d’aiuto per la perdita di peso, ridurre l’acne e promuovere la salute generale, migliorando le prestazioni atletiche.

Per quanto riguarda i rischi della paleo dieta, il tema è piuttosto dibattuto in ambito scientifico.

Alcuni nutrizionisti sostengono infatti che il nostro organismo si è adattato benissimo ad una dieta a base di cereali, legumi e latticini e che dunque non siano da demonizzare come il male assoluto, imputando a questi cibi la comparsa di malattie come il diabete, l’obesità e e le patologie cardiovascolari.

Ma come funziona nello specifico la dieta paleolitica?
Nella lista degli alimenti da consumare con regolarità figurano tutti quei cibi che l’uomo primitivo raccoglitore mangiava senza operare ulteriori modifiche.

Si vai frutti di mare ai pesci, dai crostacei alle radici, dalle piante alle uova, dai frutti alle bacche.

Tuttavia la vera dieta paleolitica è impossibile da imitare perché la selvaggina, le uova e i pesci disponibili di oggi non sono certo incontaminati come quelli consumati dagli uomini primitivi, in una Terra non ancora inquinata né viziata nelle sue logiche produttive dagli allevamenti intensivi.

Oggi chi segue la dieta paleolitica non consuma prodotti contenenti glutine, mangiando perlopiù frattaglie, uova, verdure, cacciagione, pesce, frutta e noci.

La dieta paleolitica esclude tutti i prodotti trasformati e provenienti dall’agricoltura convenzionale.

Niente cereali, dunque, niente latticini, legumi, e niente bevande diverse dall’acquadal latte di cocco e dal tè verde biologico.

Come dolcificante e dolciume si può consumare solo il miele grezzo, in piccole quantità, o lo zucchero della palma di cocco.

Alcune varianti della paleo dieta incoraggiano il digiuno, l’alimentazione a base di cibi crudi e l’eliminazione di pomodori e melanzane dal menu quotidiano.

Secondo la dottoressa Cordain la paleodieta funziona anche se si segue per l’80% del tempo e permette di perdere peso, dal momento che elimina cibi grassi e calorici come i latticini e i cereali.

L’alto apporto di fibre, proteine e liquidi, unito all’assenza di nutrienti raffinati, apporta diversi benefici all’organismo ma bisogna prestare molta attenzione al rischio di carenze di calcio e vitamina D che deriva dall’esclusione improvvisa dei latticini dalla dieta di ogni giorno.

Secondo Keith Ayoob, docente alla New York’s Albert Einstein School of Medicine, eliminare i latticini magri, i cereali integrali e i legumi dalla dieta ha più di una controindicazione perché è stato dimostrato che consumare questi cibi ha diversi benefici per la salute e una dieta che si dica sano non deve eliminarli, bensì includerli nel menu quotidiano.

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