lunedì 28 novembre 2016

Cinque accorgimenti per fare buoni disegni in prospettiva

Ecco i cinque accorgimenti che abbiamo suggerito per realizzare buoni disegni in prospettiva: vota il tuo preferito e poi leggi l'articolo per scoprirli uno ad uno.

 
Se amate disegnare, sapete che quest’attività presenta molte difficoltà. Al di là del talento naturale e di una certa predisposizione, che si possono avere fin dalla nascita, serve infatti molto lavoro e molto sudore per riuscire a creare qualcosa di valido. Le difficoltà sono molte, e tutte ben documentate. E non a caso esistono decine di manuali sul mercato che possono aiutarvi a migliorare, sia che il vostro ambito sia il fumetto, sia che puntiate lo sguardo altrove.

Tra le tante difficoltà che l’aspirante disegnatore trova sulla sua strada, non si può non citare quella legata alla prospettiva. Cioè al modo migliore per rendere, su carta, la cosiddetta “profondità di campo”, cioè per riuscire a dare l’idea che il disegno non sia qualcosa di piatto, ma almeno potenzialmente tridimensionale. Proprio un sapiente uso della prospettiva, anzi, è uno degli elementi che permette di distinguere subito chi è un semplice dilettante da chi, invece, ha intenzione di fare le cose sul serio.


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Come disegnare in prospettiva senza avere particolari conoscenze?

Ma come si fa a disegnare in prospettiva? La risposta più semplice è: basta studiare. Chiunque ha fatto una scuola superiore in cui fossero previste delle ore di disegno tecnico sa che esistono regole e tecniche anche abbastanza complesse per rendere al meglio questo effetto di profondità. E che, armati di riga e squadra, si possono creare scenari molto realistici e fedeli alle regole prospettiche.

Qui, però, non vogliamo affatto spiegarvi cose così complesse, perché non ne avremmo lo spazio. Vogliamo invece rivolgerci a chi non ha la possibilità, la voglia e forse neppure la necessità di andare così in profondità. A chi non ha bisogno di creare il disegno di un palazzo o di un’architettura che va poi costruita, ma vuole semplicemente imparare a fare degli schizzi che diano, appunto, l’idea della prospettiva e della profondità. Come si fa a raggiungere tale scopo? Ecco cinque accorgimenti che vi aiuteranno a creare bei disegni in prospettiva.

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Imparare i rudimenti della prospettiva a un punto e a due punti

Anche a mano libera

Un primo modo per rendere bene l’idea della prospettiva in un disegno è quello di conoscerne i rudimenti. Anche se, come abbiamo dichiarato in apertura, non vogliamo istruirvi in profondità sul tema, è infatti importante che qualche dritta ve la diamo. Dritte che possono diventare fondamentali quando si vuole disegnare lo schizzo di una strada, di un palazzo, di un ambiente un minimo complesso.

Ad esempio, in una veduta frontale può bastare una prospettiva a un punto. Si sceglie appunto un punto sul foglio, di solito piuttosto centrale, che fungerà da punto di fuga e da lì si fanno partire tante linee, a raggiera. Su di esse si costruisce la propria scena, e anche lavorando a mano libera il risultato può essere più che soddisfacente.

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Qualcosa di analogo si può ottenere scegliendo due punti di fuga, abbastanza distanziati l’uno dall’altro ma tendenzialmente alla stessa altezza sul foglio. Il reticolo può essere disegnato linea per linea o anche solo abbozzato o immaginato, ma tenere presenti questi due punti aiuta enormemente per mantenere la giusta proporzione tra gli oggetti e dare profondità di campo al disegno.

 

Disegnare su più piani sovrapposti

Cose sullo sfondo che possono anche venire coperte da quelle in primo piano

Per dare profondità di campo non c’è bisogno però, per forza, di tracciare linee. Si può anche disegnare direttamente, a occhio, tenendo però presente qualche accorgimento. Ad esempio quello di disegnare i personaggi e le cose idealmente su più piani. In primo piano ci saranno, infatti, i personaggi più grandi, ma man mano che ci si allontana in prospettiva i personaggi che disegnerete risulteranno più piccoli, meglio ancora se posti in modo da intrecciarsi e nascondersi tra loro.

Niente dà più l’idea della prospettiva, infatti, di uno stesso oggetto ripetuto più volte a misure diverse. Se poi questo oggetto risulta in parte oscurato dalle cose in primo piano, si riesce subito a comunicare la presenza di più piani e la distanza tra di essi. L’importante è mantenere la proporzionalità nella maniera più precisa possibile. Il resto lo farò l’occhio, seguendo le linee che avrete disegnato.

 

Lavorare sulle ombre

In varie modalità, più semplici e più complesse

Anche la teoria delle ombre è una tecnica piuttosto complessa che meriterebbe una trattazione specifica. A noi però non serve andare così in dettaglio. Infatti quello che vi basta sapere è che l’idea della profondità di campo si raggiunge soprattutto piazzando le giuste ombre sugli oggetti e sui piani su cui questi oggetti sono appoggiati. Per disegnare una sfera basta un cerchio, ma sono poi le ombre a renderla, appunto, una sfera.

Ora, le ombre possono essere disegnate in vari modi. Si può scegliere semplicemente di annerire i contorni di tutte le figure presenti nel disegno (rigorosamente tutte dallo stesso lato) oppure si può optare per far scendere l’ombra a terra, in forme vaghe ma anche in questo caso ricorrenti.


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Oppure si può optare per schemi più complessi, in cui anche l’ombra finisce per seguire le regole della prospettiva (e quindi è più grande quando vicina e più piccola quando lontana, oppure si riduce per ampiezza quando corre verso il punto di fuga). Insomma, le possibilità sono molte. Se ne può provare una sola o se ne possono combinare più insieme, in rapporto a quanto complesso è il vostro disegno.

 

Sfruttare il numero di dettagli

Disegnare con maggiore attenzione le cose in primo piano

Quella che forse è la più facile e immediata delle tecniche per dare tridimensionalità a un disegno è quella di lavorare sui dettagli. Come ben sapete, infatti, l’occhio percepisce molto bene i particolari delle cose vicine, ma tende a non cogliere quelli delle cose più lontane, che sfuggono nell’indistinto.

Questa particolarità può essere facilmente riprodotta anche nel disegno, dando quindi immediatamente l’idea della prospettiva e della profondità di campo. Basterà infatti curare nei dettagli il disegno dell’oggetto o della figura in primo piano, e poi via via calare il numero degli elementi messi in risalto quando ci si allontana dall’occhio dello spettatore.

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Ad esempio, nel caso di persone basterà disegnare rughe, qualche capello fuori posto ed altri dettagli quando queste fossero in primo piano, e diradare i dettagli (solo occhi, naso e bocca, e poi via via neppure quelli) quando ci si allontana.

 

Aggiungere il colore

Per dare tridimensionalità agli oggetti

Un ultimo tocco può essere quello del colore. Che può essere sfruttato in varie modalità per realizzare buoni disegni in prospettiva. Un primo modo, ad esempio, è quello di attenuare la forza di questi colori man mano che ci si allontana, di spegnerli. I colori particolarmente vivi finirebbero così in primo piano e quelli un po’ più “smorti” in lontananza, quasi come se la nebbia ne fermasse l’audacia.

Altrimenti, se ci si riesce, il colore può essere usato per dare l’idea della tridimensionalità anche sui singoli oggetti. Il principio è lo stesso delle ombre: vi sono zone degli oggetti che ricevono luce diretta ed altre che rimangono in ombra. Quelle illuminate presenteranno quindi una tonalità più chiara, mentre quelle lontane dalla luce più scura. Il problema, in questo caso, è casomai riuscire a rendere in maniera uniforme e sfumata il passaggio dall’uno all’altro colore, cosa che riesce piuttosto bene con certi strumenti (ad esempio con i colori a matita) e meno bene con altri.

 

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Il post Cinque accorgimenti per fare buoni disegni in prospettiva è apparso su Cinque cose belle.



Fonte: https://www.cinquecosebelle.it/cinque-accorgimenti-per-fare-buoni-disegni-in-prospettiva/

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