lunedì 28 novembre 2016

Bronchiolite: impennata di casi. Cos’è, diagnosi e cura

La bronchiolite è un’infezione virale acuta che colpisce l’apparato respiratorio dei bambini che non hanno ancora compiuto un anno. La maggior parte di loro si ammala nei primi sei mesi di vita e il periodo durante il quale si manifesta è generalmente da novembre a marzo. Deve il suo nome al fatto che infiamma in principal modo i bronchioli, che sono piccolissimi “tubicini” che collegano i bronchi agli alveoli polmonari.

LE CAUSE. In due casi su tre responsabile di questa patologia è il virus respiratorio sinciziale (VRS). Tra gli altri virus che possono comuque esserne la causa ma anche altri virus possono esserne la causa il metapneumovirus, il coronavirus ma anche virus influenzali e parainfluenzali.

La fase di contagio dura tipicamente da 6 a 10 giorni. L’infezione interessa bronchi e bronchioli innescando un processo infiammatorio, aumento della produzione di muco e ostruzione delle vie aeree con possibile comparsa di difficoltà respiratoria.

I fattori di rischio principali sono:
– essere nati prematuri;
– l’età del bambino (più è piccolo, più è a rischio);
– l’esposizione al fumo di sigaretta, anche quello di terza mano (Scopri qui cos’è il fumo di terza mano);
– casi di asma in famiglia;
– non essere mai stati allattati al seno

I SINTOMI. La malattia si manifesta di solito con febbricola, ovvero un piccolo aumento della temperatura corporea, e rinite, che è l’infiammazione del naso. In seguito possono arrivare anche tosse insistente, che continua a peggiorare, e difficoltà a respirare, con un significativo aumento della frequenza respiratoria.

Generalmente la situazione rientra spontaneamente e senza conseguenze. Ci sono però alcuni casi in cui occorre che il bambino sia ricoverato in ospedale, specie se ha meno di sei mesi di vita. Nei neonati è spesso presente un calo dei livelli di saturimetria, cioè dell’ossigeno nel sangue. Inoltre ci può essere una disidratazione provocata dalla difficoltà di alimentazione e dell’aumentata perdita idrica causata dal lavoro respiratorio. Nei pazienti nati prematuri o di età inferiore alle 6 settimane di vita si impenna anche il rischio di apnea (episodio di pausa respiratoria prolungata) e ne vanno pertanto controllati i parametri cardio-respiratori.

LA DIAGNOSI. Generalmente la diagnosi si basa sui sintomi e sulla visita del pediatra. In alcuni casi però possono essere effettuati alcuni accertamenti di laboratorio e/o strumentali.

PREVENZIONE. Alcune semplici norme igieniche possono ridurre il rischio di contrarre la bronchiolite o evitare infezione correlate che possono peggiorare il quadro clinico. Ecco le principali:
– evitare il contatto dei bambini più piccoli con altri bambini o adulti affetti da infezioni delle vie aeree;
– lavarsi sempre le mani prima e dopo aver toccato il bambino;
– favorire l’allattamento al seno e assicurarsi che il bambino sia ben idratato;
– fare frequenti lavaggi nasali con soluzione fisiologica o ipertonica;
– non fumare mai in casa, anche in ambienti diversi da quelli dove si trova il bambino
TERAPIA. Se non ci sono difficoltà respiratoria e il bambino riesce a mangiare, può tranquillamente essere curato a casa, sempre sotto le cure del proprio pediatra. Di solito gli devono essere fatti frequenti lavaggi nasali con aspirazione delle secrezioni e terapia aerosolica con soluzione ipertonica al 3%. Quest’ultima aiuta il piccolo a mobilizzare le abbondanti secrezioni mucose catarrali. È possibile utilizzare broncodilatori (farmaci che dilatano i muscoli dei bronchi e quindi migliorano la respirazione) per via inalatoria per 3-4 volte al giorno se si è osservato un miglioramento clinico dopo una prima somministrazione “di prova” nell’ambulatorio pediatrico o a domicilio.

Anche se a volte viene prescritto il cortisone per bocca, la più recente letteratura scientifica non dimostra che i bambini sottoposti a questa terapia vanno incontro ad un miglioramento. L’uso routinario degli antibiotici non è raccomandato, tranne in bambini immunocompromessi o in caso si sospetti un’infezione batterica concomitante. È utile frazionare i pasti aumentandone la frequenza e diminuendo le quantità.

QUANDO È NECESSARIO IL RICOVERO IN OSPEDALE. In tutti i casi con difficoltà respiratoria e rifiuto dell’alimentazione il bambino. In ospedale il bambino viene sottoposto a una terapia di supporto per garantire:
– un’adeguata ossigenazione del sangue attraverso la somministrazione di ossigeno umidificato e riscaldato (solo nei casi più gravi si somministra ossigeno ad alti flussi);
– un’adeguata idratazione, qualora l’alimentazione risultasse difficoltosa, attraverso la somministrazione di soluzioni glucosaline per via endovenosa.

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Fonte: http://www.ok-salute.it/bambini/bronchiolite-impennata-casi-cose-diagnosi-cura/

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