martedì 8 luglio 2014

I 10 cibi più contaminati: la classifica di Coldiretti

Nuovo allarme sui veleni nel piatto arriva dall’ultimo dossier della Coldiretti “La crisi nel piatto degli italiani nel 2014”. L’associazione agricola ha analizzato i dati dell’EFSA, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, elaborando dal “Rapporto 2014 sui Residui dei Fitosanitari in Europa” la classifica dei dieci cibi più contaminati da pesticidi, un elenco che include prodotti extra UE importati regolarmente in Italia.

Gli alimenti che contengono tracce di fitosanitari in gran parte dei campioni analizzati, oltre i valori limite o addirittura proibiti in Italia, sono in ordine di contaminazione:
  1. I peperoncini provenienti dal Vietnam che presentano irregolarità nel 61,5% del totale analizzato.
  2. La melagrana turca, 40,5%.
  3. Il frutto della passione proveniente dalla Colombia, 25%.
  4. Le lenticchie importate dalla Turchia, 24,3%.
  5. Le arance dell’Uruguay, 19%.
  6. L’ananas del Ghana, 15,6%.
  7. Le foglie di tè della Cina, 15,1%.
  8. Il riso indiano, 12,9%.
  9. I fagioli del Kenya, 10,8%.
  10. I cachi israeliani, 10,7%.
Solo lo scorso anno, l’Italia ha importato 273.800 chili di peperoncino dal Vietnam, impiegati dall’industria alimentare nella preparazione di sughi e per condire diversi tipi di piatti. Come ha illustrato la Coldiretti:
Nella maggioranza del peperoncino dal Vietnam esaminato è stato trovata la presenza in eccesso di difenoconazolo, ma anche di hexaconazolo e carbendazim che sono vietati in Italia. Si tratta di valori preoccupanti per un Paese come l’ltalia che può contare su una produzione Made in Italy con livelli di sicurezza da record.
A proposito di made in Italy, l’associazione lancia l’allarme anche sulla pizza, prodotto d’eccellenza del patrimonio gastronomico italiano, preparata oggi con ingredienti perlopiù stranieri. Due pizze su tre di quelle servite in Italia conterrebbero infatti pomodoro, mozzarella, olio o farina d’importazione. Un paradosso, dal momento che questi prodotti sono il fiore all’occhiello dell’industria alimentare italiana. Spesso la mozzarella è sostituita da cagliate provenienti dall’Est Europa; il pomodoro italiano da quello cinese o americano, mentre l’olio di oliva proviene dalla Tunisia o dalla Spagna, quando non è addirittura rimpiazzato da quello di semi. In molte pizzerie, inoltre, si utilizza farina francese, tedesca o ucraina.#EK

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