lunedì 16 giugno 2014

Perché non ricordiamo ciò che sogniamo?

Perché non ricordiamo ciò che sogniamo?

Molte persone sono convinte di non sognare ogni notte. La realtà è diversa: tutti noi sogniamo e lo facciamo ogni notte; capita però di non ricordare quello che abbiamo sognato.



" Non avere memoria del sogno non significa non sognare. Chi non ricorda le immagini oniriche è vittima di un grave processo di congelamento dell´energia affettiva profonda, insomma ha una vita affettiva interna molto inibita…".
Se dormire è fondamentale per la salute del corpo, sognare è altrettanto determinante  per la nostra mente perché la rigenera e contribuisce a tenerla allenata.
D’accordo, sui sogni è già stato detto e scritto moltissimo. E probabilmente siete anche appassionati di interpretazione. Ma ci sono di sicuro alcuni aspetti che ancora non conoscete e che vale la pena di imparare…

Fare brutti sogni non è sintomo che qualcosa non va, anzi. Potrebbe essere un modo che il nostro cervello ha per elaborare le emozioni, affrontare le situazioni più scabrose e paurose, in modo da sopraffarle. E’ la tesi di due scienziati, Ross Levin e Tore Nielsen, pubblicata sulla rivista scientifica "Current Directions in Psychological Science". 

La maggior parte dei sogni avviene nella fase più profonda del sonno, chiamata Rem (sigla che sta per Rapid eyes movement, perché sotto le palpebre gli occhi si muovono rapidamente). Si verifica 4-5 volte per notte ed ha la durata di circa 15 minuti. Secondo gli studi più recenti, la sua funzione primaria potrebbe essere quella di regolare le emozioni (specie quelle negative), affrontandole ed elaborandole: in particolare, il sonno Rem sarebbe decisivo nel fare in modo che i ricordi paurosi della vita da svegli non abbiano la meglio sulla serenità del cervello.

Senza sogni la memoria rischia.
Un’indagine americana pubblicata sulla rivista scientifica "Sleep" ha dimostrato che se per quattro notti non facciamo sogni (non raggiungiamo dunque la fase Rem del sonno), si riduce la proliferazione cellulare nella parte del cervello che contribuisce all´archiviazione della memoria a lungo termine. il sonno Rem ha un ruolo chiave nel favorire la plasticità cerebrale.

I sogni erotici.
Che siate o meno tra le otto persone su cento che fanno sogni erotici ogni notte, sappiate che è buon segno per la salute del vostro cervello. A differenza dei sogni romantici ­ che stimolano la visione d’insieme delle cose e quindi la creatività ­ le fantasie oniriche a sfondo sessuale favoriscono le capacità di pensiero analitico, puntuale, concentrato sul dettaglio. Lo rivela uno studio congiunto delle Università di Amsterdam e Groninge

È stato calcolato che il 12% delle persone sogna in bianco e nero. La gran parte di noi, a precisa domanda, non saprebbe rispondere se i sogni vissuti nella notte appena trascorsa fossero o meno a colori. Ma ha un significato particolare sognare nell’uno o nell’altro modo? "Non c’è differenza, dal punto di vista fisiologico: è la memoria di chi interpreta il proprio sogno a colorare o scolorire la sua avventura onirica", spiega il dottor Massimo Di Giannantonio. "Se chiedessimo a una persona di dirci se i suoi ricordi di ciò che ha fatto il giorno prima sono a colori o in bianco e nero, la troveremmo forse molto perplessa nel fornire la risposta", aggiunge la psicoterapeuta Giuliana Proietti. "Le immagini mentali sono infatti cosa ben diversa da quelle che siamo abituati a vedere in fotografia. Allo stesso modo, anche le immagini oniriche non sono né a colori né in bianco e nero".#EK

domenica 15 giugno 2014

Stomatite: cause e cura

La stomatite è un disturbo che può colpire il cavo orale. Possono riguardare sia uomini che donne, così come manifestarsi su individui di qualunque età, bambini compresi. Oltre alla sintomatologia dolorosa, che può spingersi fino a diminuire la capacità di masticare e ingerire cibi, anche altri possono essere i sintomi previsti.

sintomi della stomatite possono essere, oltre al dolore, anche arrossamenti e gonfiore alle gengive e alla lingua, afte. In alcuni si possono presentare anche cheiliti, gengiviti e glossiti, infiammazioni che interessano rispettivamente labbra, gengive e lingua.

Cause

Alla base della stomatite è spesso la proliferazione di cariche batteriche o di origine virale, che accumulandosi nel cavo orale possono condurre al manifestarsi della patologia. Tra le cause possibili anche la carenza di alcune sostanze come le vitamine B1, B6 e B12 oltre all’assunzione di antibiotici o alla presenza di carie, soprattutto se in stadio avanzato.
La stomatite può inoltre manifestarsi come malattia idiopatica, ovvero senza alcuna causa esterna accertata. Oltre alle normali cause della stomatite esistono alcuni fattori di rischio non strettamente legati a questo disturbo che possono però favorirlo.
Si tratta di comportamenti errati, come una scarsa igiene orale, oppure rappresentati da alterazioni metaboliche o del liquido salivale. Possibile infine l’insorgere di stomatiti quale conseguenza di talune malattie infettive.

Curarsi con i rimedi naturali

Contro le stomatiti alcuni rimedi naturali possono aiutare a ridurre il problema e calmare il dolore. Tra questi il tè nero, che sfrutta le proprietà benefiche offerte dal suo contenuto di acido tannico. Basterà tenere poggiata per qualche minuto una bustina ancora leggermente umida di tè, non troppo calda però, per ottenere un miglioramento.
Aiuto che arriva anche dal bicarbonato di sodio, in grado di pulire la stomatite riducendo la carica batterica. Si applica effettuando degli sciacqui con poco più di un cucchiaino da cappuccino di prodotto (circa 4 grammi) sciolto in un bicchiere d’acqua. Prestare però attenzione a non ingerire il liquido.
Come integrazione del rimedio naturale precedente o anche singolarmente è possibile utilizzare il succo di limone o il suo olio essenziale. Qualche goccia nel bicchiere di acqua e bicarbonato di sodio già pronto favorirà una maggiore azione antibatterica e antivirale che permetterà di ridurre i tempi di risoluzione della stomatite.
Risciacqui che possono essere operati anche utilizzando gli infusi di salvia, timo e ortica. I primi due possono essere preparati lasciando una manciata di foglie in infusione per 10 minuti in acqua bollente, mentre per la terza pianta ne serviranno 20. Una volta pronto filtrare e lasciare raffreddare per qualche minuto, avendo però cura di utilizzarlo quando è ancora tiepido e non del tutto freddo.
In caso di stomatite con presenza di afte è indicata anche l’applicazione di gel di aloe vera, ad azione cicatrizzante e disinfettante. Se di origine infettiva un ottimo rimedio è rappresentato anche dall’utilizzo di chiodi di garofano.
Consumare un buon numero difrutta e verdura è sicuramente un modo molto efficace per favorire la scomparsa della stomatite, specialmente se si privilegiano alimenti ricchi di vitamina C come i broccoli, il kiwi e gli spinaci.#EK

Dimagrire con gli Shirataki

Sapevate che il Giappone è uno dei pochi paesi industrializzati a non avere problemi di obesità?
Secondo uno studio condotto qualche anno fa dai ricercatori dell’Università di Harvard insieme a quelli dell’Imperial College e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pare proprio che il Giappone detenga il primato delle persone più magre. Ma a cosa sarà dovuta tanta fortuna? Alla legge contro l’obesità entrata in vigore qualche anno fa? Forse no, anche perché i nipponici sono sempre stati noti per il loro fisico asciutto e snello. O magari alle loro antiche e moderne tradizioni culinarie che privilegiano alimenti come le alghe, il natto, il pesce, il riso, gli shirataki e le zuppe di miso? Forse sì, anche se le cause andrebbero ricercate pure altrove.


A noi, però, non interessa porre l’accento sulla magrezza dei giapponesi bensì su uno dei loro cibi più tradizionali, stiamo parlando degli shirataki, ovvero i classici spaghetti giapponesi unicamente composti da fibre solubili provenienti dalla radice di una pianta asiatica chiamata Konjac. Questa pianta è ricchissima di glucomannano, una fibra alimentare priva di calorie e dagli effetti benefici che viene spesso utilizzata nei prodotti dimagranti.


 

Gli shirataki e la dieta



La pasta shirataki, oggi piuttosto nota per via della sua presenza nella dieta Dukan, è perfetta per chi vuole dimagrire in quanto è priva di carboidrati, grassi, proteine, glutine e lattosio, ha un bassissimo apporto calorico (solo 10 calorie per 100 gr) e, come già detto, ha un altissimo contenuto di fibre che le conferisce un immediato e prolungato potere saziante. Le fibre solubili, infatti, sciogliendosi solo parzialmente nello stomaco formano un gel che, rallentando lo svuotamento gastrico, produce un senso di sazietà duraturo. Per tutti questi motivi gli shirataki sono quindi ideali non solo per chi vuole dimagrire seguendo una dieta povera di carboidrati, ma anche per chi è allergico o intollerante all’amido di frumento, al glutine e al lattosio.


Se inseriti in una dieta dimagrante, gli shirataki possono essere utilizzati come una valida alternativa alla pasta ma non assolutamente come sostituti dei carboidrati, poiché anche durante un regime dietetico povero di glucidi è indispensabile che il nostro corpo riceva un buon apporto quotidiano di carboidrati in modo da affrontare la giornata con energia, ancor più se si pratica uno sport. Dunque qualora decidiate di sostituire la comune pasta con quella giapponese, assicuratevi di assumere comunque una buona dose di carboidrati, almeno per colazione e pranzo, attraverso il pane integrale o altre fonti di carboidrati complessi.


Per rendere apprezzabili gli shirataki, che ricordiamo sono privi di sapore, si dimostra fondamentale la scelta del condimento che, oltre a renderli più gustosi, incrementa pure la quantità calorica della pietanza. Detto ciò, se non volete rischiare di rendere la pasta eccessivamente calorica, dovrete fare parecchia attenzione alla selezione delle salse e dei condimenti.


Gli effetti benefici



Secondo alcuni studi gli shirataki hanno anche notevoli effetti benefici e salutari. Tra i più importanti citiamo:

- l’abbassamento del glucosio nel sangue, ideale per scongiurare i temuti picchi glicemici. Per questo motivo, la pasta shirataki è perfetta per i diabetici;

- l’accelerazione del metabolismo;

- la riduzione del colesterolo in poche settimane;

- la diminuzione della costipazione e il miglioramento del transito intestinale anche nei bambini e nelle donne in gravidanza;

- la prevenzione di alcune patologie come il cancro al colon.#EK