mercoledì 16 luglio 2014
5 MODI PER CONQUISTARE UN UOMO
Per le donne è molto più semplice conquistare un uomo? Luogo comune o verità innegabile? Scopriamo insieme come stanno veramente le cose, grazie a questi semplici consigli su come rimorchiare un uomo


1) Attenzione ai particolari
I maschi hanno la tendenza ad essere più sinceri, specialmente riguardo i propri sentimenti, rispetto alle donne, tuttavia, anche quest’ultimi tendono a nascondere e reprimere le proprie emozioni, magari per il timore di essere scoperti.
Per conquistare un uomo, scoprendo se è veramente interessato ad iniziare una relazione o comunque è attratto fisicamente, è sufficiente osservare tutti quei piccoli gesti che cerca di celare (es. il continuo gesticolare per l’emozione, lo sguardo sfuggente, la lingua sulle labbra per il piacere provato, etc). Osservando questi piccoli segnali, sarà più semplice rimorchiare un uomo, dato che si avrà la certezza del suo interesse.
2) Sorridere
L’ottimismo, la positività e il sorriso sono caratteristiche tutt’altro che scontate in una donna. Strano a dirsi, ma è possibile conquistare un uomo con il sorriso. I maschi apprezzano molto l’autoironia e la goliardia nelle fanciulle, meglio tenerlo a mente.
3) Cogliere l’attimo
“Carpe diem”, una volta compresi i pensieri e analizzati i gesti di “lui”, è necessario agire di conseguenza nel più breve tempo possibile. Un’azione necessita sempre di una reazione ben precisa (es. un abbraccio se lui manifesta carenze d’affetto, un avvicinamento quando lui palesa interesse, etc). Cogliendo l’attimo, sarà molto più semplicerimorchiare un uomo.
4) Niente bugie
Unitamente all’umorismo, la sincerità è una qualità che gli uomini apprezzano particolarmente nelle donne. In amore è inutile mentire, dato che, come si suol dire, alla lunga “tutti i nodi vengono al pettine”.
5) Essere sfuggenti
“In amore vince chi fugge?” Difficile a dirsi, fatto sta che il concedersi troppo frettolosamente è sicuramente il modo peggiore per rimorchiare un uomo. I maschi, infatti, tendono a non dare importanza alle “conquiste facili”. Meglio sedurli con calma, concedendosi un po’ alla volta.#EK
Perché i bambini piangono?
I bambini piangono perché il pianto attira l’attenzione anche dei genitori più distratti. I trucchi per evitare inutili circoli viziosi nel rapporto con i figli


Il pianto è una richiesta di attenzione
“Il pianto attira l’attenzione dei genitori. Soprattutto se il volume è alto, l’efficacia del pianto è sicura perché il genitore non può fare a meno di ascoltare,” spiega il pediatra Laurel Schultz in un’intervista alla rivista medica americana WebMD. Non si sta parlando di pianto del neonato o del lattante. In questo caso il discorso è diverso. Leggi l'articolo Come capire il pianto del neonato.
Il pianto di cui si parla in questo articolo è quello dei bambini più grandicelli, da uno-due anni insù. Ebbene, per questi bambini piangere non è una strategia consapevole, bensì un comportamento che hanno imparato – e spesso i genitori hanno una grossa responsabilità. Perché?
Il motivo è presto spiegato, dice la pediatra americana. Prendiamo un bambino e facciamogli chiedere qualcosa a mamma o papà in modo gentile e educato. Se il genitore, magari perché sta pensando ad altro, non risponderà alla sua richiesta né la prima né la seconda volta, il bambino proverà ad alzare il volume.
Il bambino piccolo, in particolare, inizierà a strillare forte per attirare l’attenzione del genitore o a fare un capriccio. Il bambino più grandicello invece, avendo acquistato più autocontrollo, probabilmente inizierà a piangere e a lamentarsi.
Mamma e papà devono rispondere subito …
Volete evitare questo circolo vizioso? La pediatra americano consiglia ai genitori di non aspettare che i bambini arrivino alla fase ‘di stress’ prima di dargli attenzione.
“E’ importante rispondere subito alla richiesta, se è possibile – dice la pediatra –. E se non è possibile perché siete al telefono o nel mezzo di una conversazione, cercate comunque un contatto con gli occhi di vostro figlio e alzate un dito, così il bambino saprà che tra un minuto avrà la vostra attenzione. Poi date a vostro figlio l’attenzione che richiede il prima possibile”. Insomma non state al telefono mezz’ora di fila se non è necessario ...
… e poi fornire un modello di comportamento
Quando il bambino inizia a piangere e lamentarsi, i genitori dovrebbero fare un respiro profondo e ricordarsi che il bambino non ha intenzione di essere irritante, aggiunge Becky Bailey, educatrice e psicologa dello sviluppo. Il bambino, come si è detto anche sopra, sta chiedendo aiuto.
I genitori dovrebbero rispondere alla sua richiesta e poi fornire al bambino un modello di comportamento. Per esempio, potrebbero dire dolcemente al bambino “invece di piangere, spiegami che cosa vuoi” e poi suggerire “Per favore, mamma mi dai il latte?” E’ importante insegnare al bambino anche la frase giusta e il tono giusto. Potrebbe interessarti Come insegnare ai bambini il rispetto delle regole
Il bimbo non smette? Fatevi alcune domande
Se il bimbo continuasse a piangere e i genitori fossero sicuri che non si tratti di dolore o malattia in arrivo, Bailey suggerisce di guardare oltre il pianto del momento e di farsi un piccolo esame di coscienza:
“In questo periodo sono più impegnato/a del solito?
Oppure più nervoso/a?
La routine del mio bambino è cambiata?
C’è una ragione per cui il bambino ci sta chiedendo più attenzione?
Spesso il pianto è un segnale, il segnale che è tempo di riconnettersi con nostro figlio”.
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Pochi minuti di attenzione al giorno … tolgono il pianto di torno!
Come ritrovare il contatto? La psicologa infantile suggerisce di trascorrere più tempo ‘di qualità’ con il bambino leggendo una fiaba, cucinando insieme o facendo altre attività che piacciono a lui. L’importante è che il genitore non pensi ad altro.
“Pochi minuti di reale attenzione nei confronti dei propri figli, una o due volte al giorno, possono fare un’enorme differenza nella loro crescita,” conclude la psicologa.#EK
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