Sappiamo che la menopausa rappresenta la fine dell’età fertile e che la donna subisce alcune trasformazioni che vanno dal radicale cambiamento della produzione ormonale, all’aspetto fisico, all’insorgenza di problemi cardiovascolari a causa di un aumento del colesterolo nel sangue (ipertensione, valore elevato del fibrinogeno, una maggiore predisposizione all’arteriosclerosi e alle trombosi). Detto questo, diventa sempre più necessario difendersi e prepararsi a contrastare tali situazioni sfavorevoli. Come si può dunque fare ? Quali sono i suggerimenti?
In cosa consiste la terapia ormonale sostitutiva?
Come è facile immaginare, dal momento che la produzione ormonale viene a mancare, questa dovrebbe essere “rimpiazzata” e come se non con estrogeni uniti a progestinici? L’associazione o i soli estrogeni hanno un’azione benefica sul metabolismo lipidico e glicidico in quanto favoriscono una migliore coagulazione del sangue: sembra che si possa arrivare ad una riduzione di infarto o ictus pari al 20%. Il problema è che i risultati di questa ricerca non sono stati accettati in modo univoco, in quanto le donne che facevano uso di estrogeni e progestinici conducevano una vita sana e soggetta a più controlli medici rispetto a quelle che non li utilizzavano.
È in virtù della terapia sostitutiva o no la riduzione di infarti ed ictus?
Alla luce dei risultati pubblicati dalla WHI (Women’s Health Initiative) e di uno studio sugli effetti dei progestinici di lunga durata, la terapia progestinica potrebbe causare più facilmente ictus come anche neoplasie mammarie o uterine. Anche se inizialmente erano concordi anche i cardiologi sull’efficacia di tale terapia, si è passati poi ad interromperla poiché gli effetti non erano affatto benefici, ma, al contrario dannosi. La somministrazione orale dava una maggiore incidenza di trombosi venosa, la via sottocutanea (cerotti) crea effetti collaterali ma inferiori ed è preferibile se si rientra nei gruppi sopraindicati.
Una buona regola: una dieta sana con pochi grassi
E quindi? Si è stabilito che tale terapia può essere prescritta a tutte le donne che vanno in menopausa prima dei 45 anni ovvero vivono una menopausa precoce o tutte quelle che hanno subito un intervento chirurgico che prevedeva la rimozione delle ovaie. Per tutte le altre che hanno una menopausa normale, si preferisce suggerire una dieta sana con pochi grassi, il controllo del peso, l’attività fisica e i controlli regolari dallo specialista. Non è il caso di intraprendere questa terapia se si hanno solo alcuni sintomi che potrebbero recare imbarazzo quali vampate di calore, sudore improvviso, insonnia, problemi urinari, ansia, sbalzi di umore e diminuzione graduale del desiderio.
È vero anche che la terapia ormonale sostitutiva ha il pregio di porre rimedio ad alcuni sintomi (vampate, desiderio sessuale, sbalzi di umore) e che aiuta a diminuire la fragilità ossea, ma sono maggiori i rischi ai quali si potrebbe andare incontro ed è meglio usarla solo in caso di vera necessità.
Esistono vie intermedie o alternative alla terapia ormonale?
Decidere con il proprio specialista la durata il più possibile limitata nel tempo –non oltre 1 anno – potrebbe essere una via intermedia a calmare o alleviare i problemi ai quali non si è abituate; se si decide una durata per più tempo vuol dire diventare consapevoli dell’eventualità di trombosi o ictus così come disposti ad intraprendere rimedi e misure preventive delle malattie cardiovascolari. Qualora si dovesse prolungare la cura o non ci si volesse affidare alle terapie tradizionali sostitutive, è possibile ricorrere alle terapie non ormonali o naturali basate sull’uso di erbe: nel primo caso ci sarebbe il ricorso alla veralipride che è un farmaco non ormonale e nel secondo i fitoestrogeni.
Quali sono i prodotti naturali?
In natura si possono incontrare i fitoestrogeni estratti dalla soia o dal trifoglio rosso per mitigare le vampate di calore. Un secondo rimedio naturale potrebbe essere un estratto dalla Cimicifuga che però potrebbe disturbare il fegato. Il problema è che non ci sono prove scientifiche sull’efficacia e spesso non passano al vaglio degli esperti. Questo implica che potrebbero essere efficaci, ma non si escludono eventuali effetti collaterali.
Conclusioni
Il consiglio migliore potrebbe essere quello di vivere la vostra menopausa come qualsiasi altra fase della vita, l’infanzia, l’adolescenza, l’età fertile e la menopausa. Una vita sana ed una dieta completa e priva di troppi grassi o troppi zuccheri (carboidrati) forse è la migliore terapia, dopo 1 anno di terapia ormonale sostitutiva se si soffre troppo mentre si lavora o se la sintomatologia è invalidante. Va considerato sempre il gruppo a cui si appartiene e i rischi e i benefici prima di scegliere quale terapia seguire e se farla o meno.
FONTE: E. Bologna, Menopausa, rischio cardiovascolare e terapia ormonale sostitutiva.
Fonte: https://www.idoctors.it/blog/terapia-sostitutiva-menopausa-ed-apparato-cardiovascolare/
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