domenica 2 ottobre 2016

Infertilità: un problema da vivere in due

Vi state guardando intorno, sentite qualche pianto provenire da un passeggino, vi vengono raccontate le nottate passate a: “Ti alzi tu…? Mi alzo io…?”. State sicuramente pensando che quella coppia ha avuto un bambino, e voi? Siete preoccupate perché non riuscite ad averne.

E’ vero che per ragioni mitologiche, culturali, antropologiche, sono le donne ad essere al centro della fertilità e dell’infertilità della coppia. In realtà, è un problema da vivere e condividere in due, poiché sterile può essere la donna come infertile, l’uomo.

Come affrontare da un punto di vista psicologico questa situazione?

Come reagisce la donna all’infertilità?

infertilitaL’infertilità ha una varietà di effetti psicologici sulla donna:

  • tristezza,
  • depressione,
  • rabbia,
  • sensi di colpa.

L’autostima viene a mancare poiché si ritengono diverse dalle loro simili che, con apparente facilità, concepiscono e poi diventano madri.

In effetti è profondo il dispiacere per coloro che non vivono la maternità e ci sono quelle donne, disposte all’impossibile pur di diventare madri.

In alcuni casi, è preferibile accettare questa condizione senza lasciarsi condizionare dal contesto in cui si vive, senza ascoltare critiche o chiacchiere sul proprio “fallimento” fino a che non sia proprio il medico a dirti che non ci sono possibilità di recupero della propria capacità riproduttiva o non prospetti alternative accettabili da entrambi.

In base ad uno studio condotto dall’Istituto Superiore della Sanità, le donne infertili, che sono state intervistate, ritengono il loro stato, una situazione destabilizzante pari alla consapevolezza di chi sa di avere malattie croniche insolubili.

L’infertilità è considerata essere la causa di conflitti coniugali e del calo del desiderio sessuale; ne consegue che la coppia potrebbe aver necessità di ascoltare i consigli di un ginecologo, sessuologo, o nei casi estremi un neurologo e psicoterapeuta.

Come avviene la comunicazione della diagnosi di sterilità?

infertilita diagnosiE’ considerato essere il momento più difficile e più critico per la donna e lo specialista. Viene solitamente visto come un qualcosa di imprevisto nell’immaginario della coppia che dava per scontato che avrebbe avuto dei figli.

Lo specialista, solitamente il ginecologo, dovrebbe avere cautela e comprendere l’impatto psicologico che può avere la notizia sulla coppia. Nello stesso tempo andrebbe spiegato loro che la vita di relazione ovvero i rapporti intimi possono continuare ad avere il loro corso e che, si potrebbero analizzare le possibilità terapeutiche per provare ad avere un bambino.

Ci sono molti studi specialistici ai quali la donna viene o dovrebbe essere inviata, nei quali è all’opera un’equipe di andrologi, sessuologi, ginecologi/ostetrici e psicologi.

La cooperazione permette alla coppia non solo di sentirsi meno sola, ma anche di essere supportata in ogni aspetto clinico e psicologico.

Come è vissuta l’infertilità nelle diverse popolazioni?

Ebbene la religione, la razza, il background culturale influiscono non poco sul problema.

Tra i gruppi di migranti, per esempio, con difficoltà di integrazione nei paesi dove emigrano, la sterilità ha una valenza diversa a seconda da dove provengono, ma generalmente è penalizzante poiché l’uomo ha più potere se riesce più figli.

In Africa, il numero dei bambini in una famiglia rappresenta il fattore primario nell’assegnazione di “capo” del villaggio.

Laddove predomina la religione islamica, sembra che l’infertilità sia accettata come segno mandato da un essere superiore e va rispettata senza intervenire con cure e terapie.

Quanto alla religione ebraica, le tecniche di fecondazione assistita non sono molto gradite, in quanto la donazione di gameti è vista come adulterio; tuttavia, in Israele esiste una legislazione che la consentirebbe.

In Occidente si seguono diverse religioni, soprattutto cristiane, e questo problema non è sentito in questo modo, tranne in alcuni paesi dove ancora si risente di una tradizione patriarcale in base alla quale la donna da sposare è quella con determinate virtù, tra le quali appunto il procreare. Si pensa e si dà importanza alla discendenza e al mantenere per lungo tempo il nome di famiglia.

C’è chi ricorre alla preghiera e si reca nei luoghi di culto; in sostanza è una condizione che ogni donna dovrebbe essere libera di vivere come vuole o come decide insieme al partner.

In altri casi, il matrimonio ha come finalità la creazione di una famiglia, ma non per ragioni politiche o religiose; piuttosto si tratta di ragioni sociali, solo perché la famiglia standard è rappresentata da madre, padre e due figli.

Fortunatamente, attualmente è la coppia che decide se, quando e come avere figli in caso di sterilità e si rivolge dallo specialista per ottenere questo.

Per riassumere più semplicemente, si preferisce osservare che la comunicazione relativa all’infertilità è per una donna, difficile da superare. Di conseguenza, in primo luogo, deve essere accertata dallo specialista.

Quest’ultimo ha però il compito di diagnosticare e di riferire alla paziente la sua condizione con molto tatto, sottolineando che il desiderio sessuale nella coppia può continuare tranquillamente e non diminuire, primo antidoto, ed aggiungendo che si potranno trovare alternative in caso la coppia decidesse di provare ad avere un figlio.

Certamente potrebbe servire la collaborazione di più specialisti per aiutare i due ad affrontare la situazione vedendo i lati positivi.

Nulla deve essere considerato impossibile fino a che non venga provato ed accertato dagli specialisti. Coraggio!

Fonte:

Infertilità umana a cura di G. Sala ed altri.



Fonte: https://www.idoctors.it/blog/infertilita/

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