domenica 13 novembre 2016

Tumore al seno: a Parigi si cura così

Diagnosi di tumore al seno in giornata in oltre il 75 per cento dei casi, immediata programmazione delle terapia e suo avvio entro due settimane. Non è fantascienza, ma è ciò che accade veramente alla One Stop Clinic dell’Ospedale oncologico Gustave Roussy, alle porte di Parigi. Un modello di efficienza ed eccellenza che in molti stanno già pensando di imitare.
Ma come è possibile? «Riusciamo a ottenere questi risultati grazie a un consolidato gruppo di esperti nelle diverse discipline, che hanno accesso alle più moderne tecnologie diagnostiche» spiega Suzette Delaloge, responsabile del Breast cancer department dell’Istituto Gustave Roussy. Nella One Stop Clinic lavorano fianco a fianco tre radiologi, un chirurgo, un oncologo, un citologo, infermieri, tecnici e uno psicologo, fondamentale per dare sostegno alle donne nella delicata fase della diagnosi.
«Le pazienti arrivano da noi dopo aver già fatto altrove una mammografia di screening che mostra anomalie. Noi ci occupiano di andare a fondo, completando la diagnosi con ulteriori approfondimenti (dalla mammografia 3D o con mezzo di contrasto agli esami citologici e istologici). Subito dopo segue la loro valutazione collettiva e la scelta della strategia terapeutica da adottare nel singolo caso. Tutto ciò avviene in un unico posto e in una sola giornata, a meno che siano state eseguite indagini per i cui risultati occorrono un paio di giorni» puntualizza Corinne Balleyguier, radiologa della One Stop Clinic. «Poter contare su tecnologie diagnostiche molto avanzate non solo ci permette di fare diagnosi veloci e accurate, come rivela anche un dettagliato studio indipendente, ma anche di evitare inutili biopsie. Il ricorso alla mammografia con mezzo di contrasto in particolare ha permesso di evitare biopsie chirurgiche in circa il 10 per cento delle donne sottoposte a questo esame» continua Corinne Balleyguier.
La tecnologia va incontro anche alla nutrita schiera di donne che rinunciano alla mammografia dopo una prima esperienza negativa. Secondo uno studio, pubblicato sulla rivista The breast, molte, dal 25 al 46 per cento, rinunciano a sottoporsi a nuovi controlli mammografici perché temono di provare dolore come accaduto la prima volta. Ma le cose potrebbero cambiare grazie a una nuova apparecchiatura (Senografia pristina), studiata nei minimi dettagli da un team di ingegneri e designer di GE Healthcare e perfezionata grazie all’esperienza clinica dell’equipe di radiologia dell’Ospedale Gustave Roussy. La nuova mammografia è stata pensata per far sentire le donne più a loro agio (le coinvolge direttamente nella compressione del seno, è più confortevole, ecc), oltre a offrire immagini molto accurate.

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Fonte: http://www.iodonna.it/benessere/salute-prevenzione/2016/11/13/tumore-al-seno-parigi-si-cura-cosi/

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