Paolo Ruffini ci pensa sopra. Ma senza perdere tempo. «Cosa rimpiango degli anni 90? Mi manca il videoregistratore: ho 16mila videocassette archiviate, di cui 8mila registrate in Tv».
E la colla Coccoina?
«Anche, e poi non riesco a rinunciare ai vecchi film con Bud Spencer e Terence Hill. Almeno una volta l’anno devo rivederli».
Il popolare conduttore televisivo, autore e regista, 37 anni, esce in questi giorni in libreria con un libro amarcord sugli anni 90, Telefona quando arrivi (Sperling & Kupfer): una carrellata nostalgica, ma assolutamente ironica, sugli usi e i costumi di quando non avevamo il cellulare e «si andava a scuola e ci si innamorava lo stesso; in Tv facevano Bim Bum Bam e i papà uscivano di casa dicendo ‘vado a scaldare la macchina’».
Tra le tante storie che racconta, Ruffini descrive un incontro casuale a Milano con un ragazzino che gli chiede un “Selfone”. Mentre si auto-fotografano, Ruffini viene “snapchattato” con i simboli del Social (orecchie e naso da cane) e si sorprende, salvo venire subito preso in giro. «Uhm, come sei primitivo», gli viene detto. «I Millennials sono così. L’estate scorsa se non conoscevi i Pokemon Go eri emarginato. Ora se non se li fila più nessuno».
Perché questo libro?
«Mi sono accorto che avevo bisogno di fare il punto, capire l’oggi. Un tempo c’erano i gettoni telefonici e Non è la Rai e ora? Oppure c’era il Festivalbar con i suoi cantanti in playback e nessuno diceva niente. Oggi Gianni Morandi non può andare a fare la spesa di domenica che viene massacrato dai Social».
Gli haters sono un fenomeno che colpisce ovunque e chiunque.
«I Social rischiano di farci apparire …asocial. C’è solo voglia di distruggere per affermare la propria identità. Se odio, esisto. Puoi essere un 14enne, cliccare sul web e criticare chiunque. Il web dà un grande potere, ma potere è responsabilità. Quanto siamo responsabili?».
Tu usi molto i Social?
«Scrivo moltissimo, ma solo di questioni che conosco. Ho 2milioni 300mila like su Facebook».
Telefona quando arrivi, si diceva: oggi la frase cult è “whatsappami quando arrivi”
«Oppure dicevamo: il rullino è finito. Ora è tutto un file».
Tra i personaggi elogi Fiorello, re del karaoke.
«È fantastico in tutto quello che fa. Se non è ancora andato a Sanremo è solo perché il festival senza di lui non potrebbe mai più essere Sanremo».
Non ti senti un po’ “primitivo” come ti ha detto quel ragazzo a Milano con questo libro nostalgia?
Paolo Ruffini esplode in una risata. «Ma no, è bello crescere con la memoria di quello che si è trasformato. C’era una vita prima degli smartphone, non fa male ricordarlo».
L'articolo Paolo Ruffini, «Eppure c’era una vita prima del web» sembra essere il primo su Io Donna.
Fonte: http://www.iodonna.it/personaggi/interviste-gallery/2016/11/17/paolo-ruffini-eppure-cera-una-vita-prima-del-web/
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