mercoledì 16 novembre 2016

Fomo, 10 consigli per combattere l’intossicazione da smartphone

FOMO è l’acronimo di di Fear Of Missing Out, la paura di essere “tagliati fuori” che induce a controllare continuamente il cellulare. Un comportamento compulsivo che determina ansia e malessere. Impariamo a riconoscere i segnali d’allarme e a ritrovare un giusto equilibrio.

Quante volte al giorno controlliamo il cellulare? E quante facciamo un salto sui social network? Dati recenti stimano che un utente medio controlli il telefono circa 150 volte al giorno. Vale a dire che, in media, una volta ogni ogni 5 minuti andiamo a verificare se ci siano nuove comunicazioni, aggiornamenti o social-news. C’è da aver paura? Forse, come per tutti gli eccessi, ma prima di allarmarci proviamo a capire le origini di questo comportamento.

Fomo, sempre aggiornati
Se pensiamo, per esempio, all’uomo delle caverne o al mondo animale, ci viene facile riconoscere che un sistema di costante aggiornamento sulla situazione garantisca la sopravvivenza, poiché permette di fare tempestivamente fronte agli imprevisti, di potersi spostare in caso di minacce naturali o di poter approfittare di un buon banchetto qualora la natura offra oasi di acqua, cibo o mandrie da cacciare. Insomma, “essere sul pezzo” ha sempre avuto grandi vantaggi, anche in termini evolutivi. Ecco perché siamo dotati dell’impulso all’update.


Ma quali sono invece gli svantaggi? I “contro” arrivano quando si esagera, quando un telefono dimenticato a casa ci fa sentire persi, quando si prova malessere se la batteria si scarica, quando viaggiando all’estero la prima preoccupazione è avere il wi-fi, quando la mancanza di collegamento internet ci fa sentire tagliati fuori dal mondo.

Fomo, ansia da… sconnessione
Questo malessere ha oggi un nome: FOMO, acronimo di Fear Of Missing Out, ovvero la paura di essere tagliati fuori dai flussi di comunicazione dei social network. Si tratta di una vera e propria forma d’ansia: paura di perdere il controllo su quello che succede, paura che le informazioni ci sfuggano e di rimanere quindi esclusi dalla web community.
Ma non è tutto: ad aggravare il bisogno di update concorrono anche altre emozioni, come l’invidia e la rabbia. In che modo? Attivando il rimuginìo negativo: quel tipo di pensiero rancoroso e frustrato, da cui non ci si riesce a liberare, proprio di chi osserva le web-vite degli altri considerandole migliori e più appaganti della propria. Insomma, un mix potentissimo di allerta e invidia, che fa sì che proprio non si riesca a smettere di sbirciare, controllare, allungare il dito in borsa per vedere se nel frattempo è successo qualcosa.

Fomo, come disintossicarsi
Il disturbo è in costante sviluppo e l’esperienza clinica rileva una richiesta di aiuto psicologico in crescita.  Ecco quindi alcuni consigli pratici per “disintossicarsi” dallo smartphone sempre in mano… e in testa:

  1. Imparate a rimandare. Vi ricordate dell’uomo delle caverne? Fortunatamente viviamo in tempi in cui la sopravvivenza non è così precaria, perciò dalle informazioni che trovate sul telefono non dipende la vostra vita. Provate a porvi la domanda: posso aspettare a controllare? Procrastinate anche solo di cinque minuti, vedrete così che resistere all’impulso è possibile.
  2. Verificate che, rimandando, non succede niente. È davvero così grave se non leggete subito l’ultimo tweet dell’amico che seguite? Prendete consapevolezza che, anche aspettando un po’ a collegarsi, non muore nessuno.
  3. Scandite i tempi. A quanti di voi, da bambini, i genitori impedivano di guardare le tv durante i pasti? Questa regola aveva una funzione importantissima: c’è un tempo per mangiare e stare insieme e un tempo per la televisione, ed è bene mantenere le due cose separate. Quando si sta in compagnia degli altri (in carne e ossa!), accendere il cellulare per collegarsi a Facebook non fa che spostare l’attenzione su qualcos’altro, e va a finire che non ci si dedica più bene a niente. Invece c’è un tempo per ogni cosa: uno per gli amici, uno per il pranzo, uno per guidare e, certamente, uno da dedicare esclusivamente al web.
  4. Esponetevi ad alcune prove. Una volta imparato a rimandare, provate a estendere i tempi: non guardate il telefono fino alla pausa caffè, lasciatelo in spogliatoio per tutta l’ora in palestra, e così via, fino ad arrivare a uscire di casa senza senza cellulare, magari per dedicarsi a una salutare passeggiata lontano dalle onde delle web community.
  5. Focalizzatevi sul malessere. Spesso alla base dell’impulso a controllare internet c’è l’invidia per le vite altrui, un pensiero intossicante che corrode ogni volta che si ha l’impressione che gli altri se la passino meglio di noi. L’invidia nasce dalla sensazione di essere vittime di un’ingiustizia. Esempio classico: “non è giusto che quello là sia in spiaggia mentre io sono sempre qui a sgobbare”. Questo genere di frasi hanno lo stesso effetto sull’organismo che assumere una pillola di malessere a rilascio graduale. Come prima cosa è importante, dunque, chiedersi: che cos’è esattamente che mi infastidisce? Come mi sento esattamente? Mettere a fuoco l’emozione sottostante è il primo passo per affrontare il proprio malessere.
  6. Non generalizzate. Alla base dell’invidia sociale, c’è la tendenza alla generalizzazione: “a lui va SEMPRE tutto bene”, “a me non succede MAI niente di bello”. Quando vi confrontate con gli altri, evitate di usare termini come “sempre”, “mai”, “nessuno”. Spesso sono veri e propri errori logici che amplificano il malessere.
  7. Accettate le situazioni per quello che sono. Quando non è possibile intervenire sugli eventi, animarsi per modificarli è inutile, frustrante e dispendioso. Provate invece a lasciare andare, non sprecate le vostre preziose energie in pensieri che non portano a niente.
  8. Ispiratevi agli altri, invece di invidiarli. Provate a considerare ciò che gli altri fanno o raccontano sui social come stimoli per la vostra curiosità, spunti per aprirvi a nuove esperienze. Abituatevi cioè a vivere la vostra vita, e non quella degli altri.
  9. Concentratevi su che cosa vi farebbe stare meglio. Se vi sembra di non stare bene, invece che focalizzarvi sulla fortuna degli altri e su quanto il mondo sia ingiusto, provate a pensare a che cosa vi renderebbe più contenti. E agite in quella direzione!
  10. Chiedete aiuto. Se questi suggerimenti non bastano a contenere l’impulso irrefrenabile a collegarvi, né a ridurre il malessere e il disagio che vi si accompagna, non esitate a chiedere un aiuto professionale. Una psicoterapia può aiutarvi a mettere a fuoco il vostro disagio e a individuare le giuste strategie per superarlo.

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Fonte: https://blog.cmsantagostino.it/fomo-smartphone-intossicazione/

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