lunedì 14 novembre 2016

Dottor Google? Meglio non fidarsi troppo

Una ricerca su 20 su Google riguarda la salute. Ma uno studio mette in guardia da quest’uso diagnostico della rete: spesso risultati inaffidabili. O addirittura pericolosi per la salute. Il medico rimane il miglior consulente

 

Andare al pronto soccorso o rivolgersi al medico di famiglia? Quale accertamento sarebbe meglio fare? A quale specialista rivolgersi? C’è un farmaco da banco che possa alleviare il disturbo?

Spesso è il disorientamento la sensazione prevalente di chi ha bisogno di un medico. E sempre più spesso è internet la fonte a cui si ricorre per avere risposte: su Google una ricerca su 20 riguarda la salute. In Italia la pratica dell’e-health è sempre più diffusa: oggi l’81% degli italiani dichiara di cercare sul web informazioni su sintomi, diagnosi, malattie e cure. Solo il 9% di chi si informa online si confronta poi con il proprio medico.  (indagine Medipragma).

Ma una ricerca della Queensland University of Technology , riportata da Science Daily, sottolinea che fare delle auto-diagnosi on line può fare più male che bene: i motori di ricerca spesso forniscono informazioni irrilevanti, che possono portare ad una diagnosi sbagliata, ad un auto-trattamento sbagliato e a possibili danni per la salute.

L’equipe guidata da Guido Zucconi, dell’Information Systems School della Queensland University, ha valutato l’efficacia dei risultati di Google e Bing in risposta a ricerche su temi medici.

“I nostri risultati”, rivela Zucconi, “hanno rivelato che solo tre dei primi 10 risultati sono stati molto utili per l’auto-diagnosi e solo la metà della top 10 è stata in qualche modo rilevanti per l’auto-diagnosi della condizione medica”.

I ricercatori hanno mostrato ai partecipanti immagini accurate dal punto di vista medico riguardanti malattie come l’alopecia, ittero e la psoriasi e hanno chiesto che cosa il partecipante avrebbe cercato nel tentativo di diagnosticare tali malattie. Per l’ittero, per esempio, sono state ricercate parole chiave come “occhi gialli”, “parte bianca dell’occhio che diventa verde”.

“Poiché in media solo tre dei primi 10 risultati sono stati molto utili, le persone hanno continuato a cercare, finendo per ottenere consigli sbagliati che possono essere potenzialmente dannosi per la salute di qualcuno”, spiega Zucconi.

Il rischio, oltre a quello di fare auto-diagnosi sbagliate, è di cadere nella “cybercondria“: “Se non si ottiene una diagnosi chiara dopo una ricerca probabilmente si è tentati di continuare a cercare”, spiega Zuccon. “Quindi, se uno ha cercato i sintomi di una brutta sinusite, può finire per pensare di avere qualcosa di  molto più grave, come un problema con il cervello”.

“Questo è dovuto da un lato agli errori commessi da chi cerca e dall’altro dal modo in cui lavorano i motori di ricerca: per esempio, le pagine sul cancro al cervello sono più popolari di quelle sull’influenza,  quindi l’utente è spinto verso certi risultati.”

Per questo motivo, quando si tratta di salute, è ancora meglio chiedere un consiglio a un professionista. Il Centro Medico Santagostino, con il nuovo servizio “Medico al Telefono”,  vuole rispondere a questa esigenza di corretta informazione.

Il “Medico al telefono” del Centro Medico Santagostino risponderà, gratuitamente, a chi ne fa richiesta, su due aree:
– orientamento telefonico: in relazione alle problematiche e ai sintomi riferiti, il medico può consigliare esami e visite specialistiche e indirizzare verso le strutture più idonee sul territorio, pubbliche e private;
– consiglio sui farmaci: il medico può consigliare solo farmaci da banco, che non necessitano di prescrizione medica.

 

 

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Fonte: https://blog.cmsantagostino.it/dottor-google-meglio-non-fidarsi-troppo/

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